Italia - Green pass: obbligatorio con una dose per ristoranti al chiuso, due per i viaggi

Oggi la firma del decreto governativo: le misure potrebbero variare tra zona bianca e zona gialla e si terrà conto del monitoraggio sui ricoveri

Fonte: Facebook

Redazione 22/07/2021 09:56

Green Pass, a Palazzo Chigi si fa il punto della situazione prima del Cdm che darà l’ok al decreto governativo. Nonostante i dubbi della Lega e FdI, le nuove misure sono sul tavolo pronte per essere approvate.
 
Le misure del decreto
Il Green Pass sarà obbligatorio per tutti i luoghi al chiuso (compresi i ristoranti) se è stata somministrata una dose di vaccino; in caso di doppia dose ovunque ci sia il rischio di assembramenti. Le misure potrebbero variare tra chi è in fascia bianca e chi in gialla: per la prima basterà avere una prima dose per entrare nei ristoranti al chiuso. Per quanto riguarda altri luoghi chiusi (aerei, treni, navi) la decisione arriverà dopo il tavolo con le Regioni e il parere del Cts. Intanto i governatori hanno già dato l’ok all’obbligo del Green Pass in zona bianca, a patto che sia consentito il rilascio anche a chi non ha terminato il ciclo vaccinale. Sarà quindi specificato nel provvedimento che si è in attesa di richiamo affinché la certificazione verde non perda validità.
 
Il monitoraggio dei ricoveri
In merito al passaggio di fascia, prima della firma al decreto ovviamente si dovrà tenere conto dei nuovi parametri: oltre all’incidenza dei nuovi casi settimanali su 100mila abitanti si valuteranno anche i ricoveri.
“Il Green Pass è un'opportunità da sfruttare laddove i contagi raggiungono numeri significativi che possono far introdurre delle restrizioni - ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - Green Pass significa lotta alle restrizioni, va utilizzato in maniera graduale e proporzionata”. Matteo Salvini è polemico: “Mi auguro non ci siano scelte draconiane, improvvise, imponderate - afferma - che escludono la maggioranza degli italiani dal diritto al lavoro, allo spostamento”. Per Mara Carfagna “non è una camicia di forza, ma uno strumento di libertà che consenta agli italiani di svolgere in sicurezza attività che oggi o non si possono svolgere o possono svolgersi ad altissimo rischio”. 

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