Italia - Gli Usa tassano pesantemente il visto H-1B: l’Europa può rilanciare nuovi permessi

Alto il rischio che i professionisti di alto livello decidano di tornare nei Paesi d’origine, facendo progredire le loro economie e diminuendo la capacità degli altri Paesi di restare competitivi

Monica Martini 23/09/2025 12:34

È giunto venerdì scorso l’annuncio del nuovo provvedimento firmato da Donald Trump che impone una tassa da 100.000 dollari per richiedere il visto H-1B, mirando a incentivare le assunzioni di lavoratori statunitensi rispetto a quelli stranieri. La decisione dell’amministrazione americana potrebbe comportare un cambiamento fondamentale nel mondo delle imprese e della tecnologia, in quanto il visto è di fatto lo strumento con cui ogni anno circa 85mila professionisti altamente qualificati entrano negli Stati Uniti. Ora diventa oggi una barriera quasi insormontabile. Pensiamo a come molte università americane, fino ad ora, a causa della pressione di politiche restrittive, si sono trasformate in luoghi con una ridotta libertà accademica e possibilità di attrarre cervelli internazionali. Per molti professionisti, come scienziati, ingegneri, matematici, informatici trasferirsi per studiare negli Stati Uniti significava dover posizionarsi di fronte a un futuro incerto, con meno fondi di quelli che potrebbero offfrire altri Paesi. Con la nuova comunicazione è stata inevitabile, anche tra gli adulti migrati negli Usa, una reazione che ha fatto scatenare panico e preoccupazione. Le diverse società si sono subito attivate per chiedere ai propri impiegati di non lasciare le loro case per ragioni di sicurezza, tutelando anche le famiglie cercando di non dividerle. Tuttavia, solo dopo poche ore, il governo americano ha spiegato che la nuova tassa non coinvolgerà le persone, già possessori del visto H-1B o che sono in procinto di rinnovarlo, ma solo coloro che richiederanno nuove “candidature”. Inoltre è stato specificato come la tassa da 100.000 euro dovrà essere pagata una volta sola, e non ogni anno come precedentemente dichiarato dal segretario al Commercio Howard Lutnick. Ora l’amministrazione della Nazione sembra voler incentivare principalmente le assunzioni tra gli statunitensi. “Abbiamo bisogno di ottimi lavoratori e questa è praticamente la garanzia che accadrà” sono state le parole del presidente degli Stati Uniti. Secondo i dati del governo i Paesi che maggiormente beneficano dei visti H-1B sono l’India, con il 71% delle approvazioni nel 2024, e la Cina al secondo posto con un tasso dell’11,7%. Ora l’Europa deve valutare bene i rischi che un gran numero professionisti di alto livello potrebbe provocare valutando di tornare nei Paesi d’origine, accelerando un trasferimento di know-how che farebbe progredire le loro economie e ridurrebbe la capacità dei Paesi Europei di restare competitivi sul piano globale. Per evitare che tutto ciò si verifichi Bruxelles dovrebbe adottare un nuovo visto, una sorta di permesso unico, valido in tutti i Paesi membri, destinato ai lavoratori ad alta qualificazione nei settori strategici, come digitale, intelligenza artificiale, transizione verde e ricerca scientifica. Di fondamentale importanza è anche evitare che si formi una concorrenza interna fra le diverse Nazioni europee, che bloccherebbe l’attrazione verso il continente a causa di mille problemi burocratici ostacolando l’accessibilità, la mobilità interna e la selezione positiva. Con la decisione inaspettata di Trump, apparentemente portatrice solo di problematiche per i cervelli in fuga, l’Europa potrebbe cogliere l’occasione irripetibile di attrarre a sé tutte quelle persone che sono pronte a lasciare il territorio americano alla ricerca di un futuro più concreto, che offra maggiori possibilità.

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