Italia - G8 di Genova, cosa resta di quei giorni dopo 20 anni?

G8 di Genova del 2001, il ricordo delle persone che venti anni dopo si ritrovano in città per preservare la memoria di quei giorni

Fonte: Wikipedia

Redazione 19/07/2021 10:05

G8 di Genova, venti anni dopo, cosa rimane di uno dei momenti più bui della storia italiana contemporanea?  Sicuramente rimane la consapevolezza di molti di avere ragione ora come all’epoca; nonostante le botte e le violenze ciò per cui le persone hanno manifestato è diventato ancora più evidente nell’ultimo decennio. Una magra consolazione per chi ha pagato un prezzo così alto; una magra consolazione per la famiglia di Carlo Giuliani e per chi quella sera era alla Diaz, eppure è così: avevano tutti ragione.
 
In un periodo storico complicato come quello dove il 20% della popolazione mondiale possedeva l’80% della ricchezza, protestare sembrava la cosa più giusta da fare. E oggi che la proporzione è diventata ancora più sbilanciata con il 12% della popolazione che possiede l’85% della ricchezza globale, quei giorni di Genova sembrano ancora più attuali e necessari.
 
All’epoca tutte le persone arrivate a Genova per manifestare pacificamente sapevano che gli squilibri mondiali non sarebbero finiti senza un messaggio forte da parte della popolazione; eppure nessuno si aspettava il tragico epilogo che tutti tristemente conoscono.
 
Genova 2001, i racconti del G8
La situazione è peggiorata rapidamente a Genova. Le forze dell’ordine sono state spinte dai vertici a dare il “buon esempio” eppure ancora nessuno si spiega della brutalità e della ferocia della Diaz e delle manganellate inferte a persone comuni, ragazzi e adulti insieme per manifestare pacificamente il proprio dissenso. Perché di fianco al violento che ha attaccato a distrutto i “simboli del potere” c’erano anche le persone pacifiche che hanno cercato di fare da paciere tra le parti ma che, invece, sono finite sotto i colpi inferti senza criterio e senza nessuno sconto.
 
Cosa rimane del G8 di Genova venti anni dopo? Il ricordo di chi c’era e che non dimenticherà mai le violenze subite e tutto ciò che ha visto; il ricordo di chi quella notte era alla Diaz e la memoria collettiva che dopo due decenni è ancora viva e lucida e ogni anno non rinuncia a parlare di quei fatti nonostante il grande dolore.
 
Avevano ragione le persone che nel 2001 stavano a Genova e dopo essere stati privati dei diritti umani più basilari si sono accorti che la situazione è cambiata ma in peggio e le diseguaglianze sono ancora tali se non più profonde. Per questo oggi, dopo 20 anni, ci si ritrova tutti nella città ligure a ripercorrere quei giorni e a mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto: per non dimenticare, per non ripetere gli stessi errori e per mostrare all’Italia e al mondo intere che avevano ragione e nessuno se ne è accorto.
 

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