La città di Roma ha salutato con affetto e commozione l'attrice Sandra Milo durante il suo funerale presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. La cerimonia è stata un tributo alla vita e alla carriera della celebre artista, nota per le sue interpretazioni nei film di registi come Federico Fellini e Luigi Comencini.

Il sacerdote che ha presieduto la cerimonia ha condiviso il suo ricordo di Sandra Milo come una donna di grande fede e generosità. Ha raccontato di come lei si sentisse una peccatrice perdonata e amata e di come la sua richiesta d'affetto abbia avuto una risposta travolgente, sia in vita che in morte. La presenza numerosa di persone, che hanno reso omaggio all'attrice riempiendo la piazza, è stata descritta come un segno tangibile dell'amore e del rispetto che Sandra Milo ha suscitato nel pubblico nel corso della sua vita.

Amici e colleghi, tra cui Gloria Guida e Michele Placido, hanno ricordato con affetto l'attrice, lodandone la sua umanità e la sua gentilezza. La figlia Debora ha ringraziato tutte le persone presenti alla cerimonia, evidenziando il profondo legame che sua madre aveva con Alessandro Lo Cascio, il suo agente, e Maurizio Costanzo, amico di lunga data: “Ringrazio tutti, ma soprattutto due persone che hanno regalato a mamma amicizia e protezione. Uno è Alessandro Lo Cascio scomparso da poco: per la mia mamma non era un semplice agente ma era un fratello, un figlio e persino un padre anche se era molto più giovane di lei. Poi voglio ringraziare un'altra persona che ha fatto parte delle nostre vite ed è Maurizio Costanzo. Ha fatto parte della nostra vita da quando ero piccola. Con lui c'era una grandissima amicizia: bastava guardarci negli occhi. Maurizio e mamma si sono aiutati sempre, soprattutto quando come ogni artista hanno passato tempi difficili".

Durante la cerimonia, la bara di Sandra Milo è stata adornata con simboli della sua fede e della sua vita, tra cui un cuore e una statuetta della Madonna. Il sacerdote ha condiviso un passo evangelico che Sandra amava particolarmente, quello del figlio risorto da Gesù, come simbolo della speranza e della rinascita: “Aveva sul comodino una immagine di un Gesù giovane e sorridente, voleva che nessun oggetto si frapponesse tra lei e quello sguardo e ha voluto che quella foto l’accompagnasse nella bara. Era generosa, tanto, il bene ritorna nella vita, diceva, anche se non dalla persona a cui l’hai fatto”.