Con sessantadue casi di suicidi tra detenuti e agenti penitenziari in appena sette mesi, turni di lavoro che superano le 26 ore consecutive, un tasso di affollamento nazionale del 133%, la fotografia delle carceri italiane nel 2025 mette in luce un’importante emergenza. Il governo, per l’ennesima volta, stacercando con un nuovo piano di risolvere questo problema strutturale, presente in realtà già da decenni. Sviluppato congiuntamente dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero della Giustizia e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il programma è stato illustrato da Marco Doglio, commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. Il Piano Carceri attua l’articolo 4-bis del DL 92/2024, convertito nella Legge 112/2024, in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della Giustizia. Da un lato il programma mira ad ampliare la capienza complessiva del sistema penitenziario, con 3.716 nuovi posti, dall’altro a migliorare le condizioni strutturali degli istituti esistenti, grazie a ristrutturazioni e manutenzioni, che permetteranno il recupero di 5.980 posti già esistenti. Sotto un punto di vista tecnico, il Piano Carceri dovrebbe costituire un’opportunità rilevante per il settore delle costruzioni, in particolare per i progettisti specializzati in opere pubbliche complesse. In un certo senso quindi sembrerebbe che anche le strutture potrebbero subire un miglioramento; tuttavia nella pratica le soluzioni proposte rischiano di rivelarsi inefficaci. In primis resta da capire quanto i tempi annunciati possano essere realistici e se i cantieri avranno effettivamente la continuità e le risorse necessarie per essere completati nei tempi previsti. Alla fine di luglio, infatti i detenuti erano 62.569, a fronte di una capienza regolamentare di 51.276 posti, capacità che va a diminuire se si tengono conto anche di tutti quei posti non disponibili per inagibilità o lavori. Il tasso di affollamento diventa così pari al 133,6%. A denunciare l’allarme delle carceri e a chiedere un provvedimento che possa cambiare per davvero la situazione, sia dei detenuti che degli agenti di polizia, è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, con le seguenti parole: “In tale situazione, è di tautologica evidenza che i detenuti non si sorvegliano da soli ‘grazie’ al sovraffollamento, come vorrebbe lasciar credere il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dato che non solo evadono con banale facilità, ma continuano a suicidarsi con frequenza intollerabile in un paese civile”. “Servono provvedimenti immediati per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, ristrutturare gli edifici, implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme di sistema”, continua il segretario.