Italia - Covid, il 90% dei ricoverati è non vaccinato, l'appello dei medici

Il vaccino è l'unica arma contro il virus, cresce la pressione sulle terapie intensive con oltre il 90% di non vaccinati

Fonte: Pixabay

Redazione 11/08/2021 09:56

Secondo gli esperti della Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere i dati delle nuove ospedalizzazioni da Covid parlano chiaro: circa il 90% dei ricoverati in terapia intensiva sono NON vaccinati. Prova evidente che i vaccini restano l’arma più efficace a disposizione delle persone per contrastare l’avanzata del virus e, soprattutto, per evitare gli effetti più gravi e potenzialmente letali.
 
Così in una nota Giovanni Migliore presidente della Fiaso ha commentato la crescita dei dati sulla ripresa dei contagi e sulle ospedalizzazioni che stanno mettendo in allarme già diverse regioni tra cui Sicilia e Sardegna. Il rischio al momento è ancora basso e la situazione è sotto controllo, ma i dati sono in rapida crescita e gli esperti temono che le strutture ospedaliere possano tornare in sofferenza entro le prossime settimane, se non si corre ai ripari già da adesso.
 
Vaccini e misure di sicurezza, l’appello degli scienziati
E il vaccino (oltre alle misure che ormai tutti conosciamo) resta l’arma più efficace per contrastare il virus; i numeri parlano chiaro. Per questo il Governo e gli esperti stanno spingendo per cercare di arrivare al più alto numero di vaccinati possibile entro l’inizio dell’autunno, in modo da garantire un rientro a scuola in sicurezza ed evitare il sovraccarico delle strutture sanitarie.
 
Si lavora alacremente nei centri vaccinali, dove il personale medico è impegnato tutti i giorni nelle operazioni di immunizzazione della popolazione. La priorità al momento sono i giovanissimi, quelli della fascia d’età 12-19 che stanno ricevendo le prime dosi proprio in queste calde giornate di agosto. Poi toccherà agli over 50 tra cui ci sono moltissimi “indecisi” o contrari al vaccino. Secondo gli esperti questa è una delle fasce più colpite e una di quelle più a rischio vista l’età ed eventuali altre patologie.
 
Comunque l’invito del personale sanitario e quello della politica è sicuramente di non abbassare la guardia e di continuare a tenere alta l’attenzione perché la battaglia non è ancora finita e il rischio resta comunque elevato.
 
 

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