Italia - Chiara Ferragni, vandalizzato il negozio di Roma

L'atto vandalico contro Chiara Ferragni dopo il caso dei pandoro Balocco

Fonte: Instagram – Autore: chiaraferragni

Redazione 02/01/2024 09:57

La vetrina del Chiara Ferragni Store a Roma, situato al civico 152 di via del Babuino, è stata oggetto di attenzioni indesiderate durante la celebrazione del Capodanno. La famosa influencer e imprenditrice italiana è stata vittima di insulti spiacevoli, con le scritte "Bandita" e "Truffatrice" apparse sulla vetrina del suo negozio di lusso.
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Questo gesto ha attirato l'interesse di numerosi passanti e turisti, in particolare italiani, che passeggiavano nel cuore della capitale per festeggiare l'inizio del nuovo anno. La prima scritta, "Bandita", è stata apposta sulla targa con il logo del brand. La seconda, "Truffatrice", è stata scritta direttamente sulla lastra della vetrina, dove un manichino indossa un vestito rosso di paillettes, sottolineando così la provocazione. Le luci del negozio erano rimaste accese, permettendo di vedere l'interno, ma il locale era ovviamente chiuso in occasione del Capodanno. La reazione dei passanti è stata varia: alcuni si sono fermati per osservare le scritte, altri hanno immortalato gli insulti attraverso foto, mentre alcuni addirittura si sono scattati selfie davanti alla vetrina.
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Questo episodio potrebbe essere collegato al recente scandalo, quando Chiara Ferragni si è trovata coinvolta in una controversia legata a una collaborazione con l'azienda Balocco per la vendita dei pandoro benefici. Le indagini su questo caso sono ancora in corso e la connessione tra l'incidente sulla vetrina e la disputa passata non è stata confermata. Le scritte sono comunque già state rimosse, lasciando aperti interrogativi sulla natura e la motivazione di questo gesto contro una delle figure più prominenti del panorama italiano. La vicenda solleva riflessioni sul rispetto delle opinioni e sulla delicatezza delle critiche rivolte ai personaggi pubblici, alimentando la discussione sulla libertà di espressione e il diritto alla reputazione.

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