Italia - Che cos'è il diritto alla disconnessione approvato dalla Camera

Smart Working e nuovi rischi per i lavoratori. Il burnout lavorativo come conseguenza dei nuovi paradigmi del lavoro.

Redazione 16/04/2021 11:26

L’emergenza sanitaria in corso ha ridisegnato i modi e i tempi del lavoro. Lo smart working, o il lavoro da remoto, ha dato alle persone la possibilità di ripensare completamente i propri ritmi vitali. Se da una parte può essere un beneficio che ha permesso di evitare assembramenti senza fermare il paese, dall’altra ha mostrato alle persone tutta una serie di problematiche finora mai emerse. Tra questi il diritto alla disconnessione che negli ultimi giorni è diventato uno dei nodi centrali delle discussioni della politica.
 
Del resto con lo stato d’emergenza in vigore fino al 30 aprile, non si può proprio in questo momento smettere di parlare di smart working o tantomeno considerarlo un “problema” di serie B. In effetti il lavoro agile è un argomento di cui, probabilmente, sentiremo parlare anche dopo la fine dell’emergenza Covid, proprio perché è riuscito a sradicare nelle persone e nelle aziende la vecchia idea di posto di lavoro, permettendo una maggiore flessibilità e una gestione del tempo per tanti ritenuta migliore.
 
Sono in molte, infatti, le persone che anche in futuro sceglieranno di continuare con questa “nuova” formula, costringendo quindi tutte le attività produttive di tutti i settori a ripensare i propri spazi, il rapporto con i propri lavoratori e, soprattutto, la normativa al riguardo.
 
Diritto alla disconnessione, cos’è e come funziona
Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria la politica ha deciso di mettere “per iscritto” e regolamentare il diritto alla disconnessione per le modalità di lavoro agile. In poche parole il diritto alla disconnessione da piattaforme informatiche e tecnologie affini consiste nel garantire al lavoratore periodi di riposo obbligatori per tutelare la loro salute senza che questi influiscano sui rapporti di lavoro e sulla retribuzione.
 
Il diritto alla disconnessione nasce proprio per evitare uno dei problemi principali dei dipendenti in smart working, il cosiddetto burnout lavorativo che, in questo caso, sopraggiunge passando molte più ore a lavoro di quelle previste dal contratto. Senza una scansione dei tempi dettata da spostamenti e orari di apertura e chiusura dell’azienda, i dipendenti rischiano di passare davanti al pc molto più tempo, con conseguente aumento di stress, mancanza di concentrazione ed esaurimento emotivo.
 
Il diritto alla disconnessione entra in gioco proprio per evitare queste conseguenze e portare a una regolamentazione dei tempi del lavoro agile che non causino al dipendente problemi di natura contrattuale o retributiva. 

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